home page
Lega Italiana per la lotta Contro i Tumori
Archivio News home 
 

News

Il fumo passivo - Risposta del Prof. Veronesi

Il Prof. Renato Cimino pone al Prof. Umberto Veronesi il seguente quesito sul fumo passivo:



Prof Cimino:



Caro ed illustre Collega,
tutti ,o quasi, sono convinti della nocività del fumo di tabacco per quanto riguarda il rischio accentuato di malattie neoplastiche o vascolari nel fumatore stesso.

Non vi sono però ,a mio avviso, analoghe certezze sul danno del fumo cosidetto "passivo" su familiari,colleghi od amici del fumatore ,anche di età giovanile , specie se in modo continuato.

Domando a lei se esistono attualmente statistiche sicure sul danno da fumo "passivo" come quelle consolidate su quello da fumo "attivo".



Risposta del Prof Veronesi:



Caro amico, i danni provocati dal fumo passivo sono stati accertati scientificamente. L'evidenza è che quando una persona respira il fumo di tabacco consumato da altri, respira il fumo prodotto dalla combustione della sigaretta più quello che è stato prima inalato e successivamente espirato dai fumatori.

Altra evidenza è che il fumo è il principale inquinante dell'aria che respiriamo negli ambienti chiusi: in una stanza piena di fumo, le sostanze cancerogene - nitrosamine, condensato, catrame - sono meno concentrate che in una sigaretta ma presenti a lungo, e quindi complessivamente analoghe se non addirittura inspirate in maggiore quantità.

Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha posto in evidenza soprattutto le conseguenze che la prolungata esposizione al fumo passivo provoca in particolari gruppi di popolazione, come i malati e bambini.
II fumo passivo determina nei bambini un aumento delle malattie respiratorie e un raddoppio dei ricoveri ospedalieri per problemi polmonari. Molti studi mostrano inoltre un aumento della frequenza e della severità degli attacchi asmatici e un ritardato sviluppo polmonare. Per questo la nuova monografia sulle sostanze cancerogene, messa a punto dall'International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione, la principale istituzione europea che si occupa di studi epidemiologici, colloca il fumo passivo nel Gruppo 1 della classifica, vale a dire tra le molecole che hanno dimostrato di avere una inconfutabile relazione causa-effetto tra l'esposizione ai suoi componenti e la comparsa di tumori nell'essere umano.

D'altra parte, secondo uno studio del 1998 finanziato dall'industria del tabacco e pubblicata sulla rivista British Medical Journal, il collegamento tra fumo passivo, malattie coronariche e cancro al polmone potrebbe essere meno importante di quanto sostenuto dalla maggior parte dei ricercatori.

La pericolosità del fumo passivo nella dimensione quantitativa (non in quella qualitativa) rimane quindi un tema al centro del dibattito della comunità scientifica.






Fonte: Corriere della Sera > Forum > L'oggi e il domani della ricerca

09/04/2008

elenco News
Created by Pixellando.it - Powered by Arrotino.it | ©Tutti i diritti sono riservati